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Teodosio Magnoni – Ara 2

By 15 Gennaio 2020 Aprile 10th, 2020 No Comments

| TEODOSIO MAGNONI– Ara 2

Tecnica

Morsura aperta, Acquatinta.

Matrici

2, misure: 360 x 230 – 335 x 190 mm.

Tiratura

Edizione: da 1/50 a 50/50 – I/XI a XI/XI – 10 P.d’A.

Carta

Magnani pescia liscia 310 gr. – 330 x 480 mm.

L’opera plastica di Teodosio Magnoni sembra partire da un azzeramento, iniziato da quel 1966, anno in cui abbandona la superficie per modificare radicalmente i processi di costruzione linguistica ed interrogarsi sui concetti primitivi dello spazio, a partire dai quali andrà definendo una sua “geometria dinamica”, capace di contenerne l’origine (il punto), lo sviluppo (entità lineari) e le potenzialità di realizzazione nella forma (piano). Dalle “Articolazioni”, elementi che si innervano nello spazio, labirinti che si sciolgono nel loro farsi, senza chiudersi o cristallizzarsi in perimetri definiti e definitivi, Magnoni passa alla costruzione di solidi “aperti” la cui intenzionale incompiutezza è traduzione tangibile del rapporto instaurantesi tra pieno e vuoto da cui muove la forma plastica. Ed anche quando la geometria arriverà ad articolarsi su unico piano – come accade nella sua produzione dalla fine degli anni Ottanta – entro “realtà percettive virtualizzate” da campi irreali di stesure a vernice, si mantiene fondamentale il binomio tra il vuoto e la forma, generatrice di movimento, strumento gnoseologico, misura dello spazio-vuoto; è la forma infatti, “presenza che testimonia l’accadimento” (Magnoni, 1989), a rivelare il vuoto, come l’essere il non essere, e viceversa; forma che è anche espressione dinamica di un’esistenza pura, per se stessa, lontana da qualsiasi inclinazione al decorativismo, alle mistificazioni, alla monumentalità. Nelle lastre realizzate per il Club 365,  lavorate ad acquatinta e a morsura aperta, e ancor più nella stampa, la forza spaesante del rosso e del nero e gli spessori delle geometrie, riportano a quella continuità ottenuta tra volume e forma piana che contraddistingue una parte importante della sua scultura, a quella sintesi raggiunta tra concretezza della forma e  rappresentazione astratta, tra spazio e corpo che in esso si muove, in cui risiede l’efficacia del linguaggio plastico di Teodosio Magnoni e l’autenticità dei significati che veicola. Ispirata ad una scultura del 2007, “Ara 2” ne rappresenta il complementare in forma grafica, che rimanda, attraverso il contrasto cromatico-percettivo, al recupero d’una visione pura, d’un approfondimento del lavoro che nasce nell’operosità d’un continuo colloquio con la forma, che libera dal peso della materia, può finalmente essere spirito che s’invera nelle cose, presenza concreta e viva che abita l’uomo come l’uomo lo spazio.

Francesca Tuscano